Coraggio, libertà, visione: l’aquila
Quando ho creato questo sito e blog ho deciso di mettere una foto dell’aquila in volo come simbolo di energia vitale, solarità, coraggio, libertà, visione, potenza.
L’aquila mi rimanda allo spazio, alla capacità di muovermi nello spazio, di cambiare direzione, di avere una ampia prospettiva, di elevarmi.
Fare i conti con il giudice interiore, che è parte basilare del mio lavoro e superare il condizionamento ricevuto, mi rimanda alle qualità dell’aquila necessarie per aprire ed espandere la prospettiva con cui guardiamo a noi stessi, agli altri, al mondo: dai confini angusti in cui il giudizio tende a rinchiudere, alla spaziosità della consapevolezza che integra ogni cosa.
Il coraggio ci è necessario. Innanzi tutto il coraggio di dire la verità a se stessi.
I confini, le limitazioni, spesso sono dati dal non riconoscere che ci stiamo proteggendo con idee, pregiudizi, credenze che possono anche corrispondere a modelli di bontà, di come ci si deve comportare, come ci si deve sentire, ma non necessariamente sono in linea con la nostra esperienza del momento.
Guardarsi dentro e dirsi la verità è un passo fondamentale.
Chiedersi: “Qual’è la mia verità in questo momento? Cosa sento davvero? Al di la di ciò che tutti ritengono giusto/sbagliato, accettabile/non accettabile, cos’è vero per me ora?”.
Sostenere la propria verità è l’ulteriore passo. Questo porta con sè dignità, naturalezza, regalità, proprio come il volo dell’aquila.
Per fare questo è necessario un ingrediente che ciascuno di noi ha a disposizione: assumersi la responsabilità di se stessi.
Respons-abilità intesa come abilità a rispondere, non è un gravame, un peso, viceversa, respons-abilità, è un’azione chiara, efficace che comprende più possibilità, punti di vista aperti, libertà di essere.
Il giudice interiore chiude lo spettro di possibilità, ci mantiene in uno stato infantile di reazione e comportamento dove c’è uno sgravio dalla responsabilità che finisce per essere letta o nella sua accezione di colpa, o come un’azione che spetta a qualcun altro; così come quando eravamo bambini, la responsabilità era compito di papà e di mamma.
Ciò che allora, nell’infanzia, era una condizione necessaria, da adulti diventa una posizione di comodo che ci rende vittime delle situazioni.
Nel guardare un aquila mi arriva immediatamente un senso di libertà, andare oltre i confini, librarsi al di sopra del conosciuto e contemplare “altro”.
L’ampia prospettiva dell’aquila comprende più territorio. Più vasto è il territorio dove ci muoviamo all’interno di noi, al di là del condizionamento, superando linee al di là del senso comune, che magari non ci corrisponde più, che abbiamo assimilato per imitazione, per stare al sicuro, per sopravvivere, più entriamo in contatto con nuove risorse per fare fronte al quotidiano da una dimensione di maturità e libertà.
Il terzo passo è comunicare agli altri la propria verità. Per questo insieme alla respos-abilità, è necessario ancora il coraggio, come quello dell’aquila che spicca il volo da alte rocce.
Le alte rocce indicano gli stretti confini da lasciarsi alle spalle, per esempio l’idea che se comunico, se mi espongo verrò giudicata, ferita, non compresa, respinta… l’aquila indica il coraggio di farlo, prendersi il rischio di essere se stessi, magari compiendo un gesto di rottura con il passato, nella direzione che essere veri, in sintonia con noi stessi, significa recuperare la nostra individualità e integrità.
Ciascuno di noi può recuperare dentro di se le qualità dell’aquila: coraggio,