Il Valore nel femminile. L’autostima nella donna.
L’autostima nella donna è un tema che ci riguarda da vicino in quanto siamo abituate a giudicare noi stesse, il nostro femminile, più o meno consciamente, con retaggio culturale e ambientale che viene da lontano, pregiudicando il valore di chi siamo.
Essere noi stesse, libere come l’aquila che vola negli spazi infiniti del cielo e dall’alto vede prospettive ampie, senza confini…
E’ possibile?
La svalorizzazione chiude lo spazio, come ampliarlo?
Come ritrovare autostima come donne, come esseri umani?
Per recuperare il Valore è necessario fare i conti con l’attività del giudice interiore o super ego, l’interiorizzazione delle figure di autorità che abbiamo incontrato nella nostra vita, a partire dai genitori, insegnanti, maestri spirituali, con i loro valori e credenze, criteri di accettabilità e non, codici morali e regole che sono diventati un territorio conosciuto nel quale ci muoviamo o al quale reagiamo in nome di una libertà che non può essere tale se dettata dalla reattività.
Garantirci la sopravvivenza è la missione principale del nostro
giudice interiore, lo ha fatto nell’infanzia, possiamo anche essergli
grate per questo, ma in età adulta diventa limitante sottostare a regole
e codici che non ci appartengono e allo stesso modo diventa estenuante
lottare contro di essi.
In età adulta il programma di sopravvivenza è limitato e limitante, come un vecchio CD che si inceppa sulla stessa traccia, distorce il suono, si ripete è disarmonico con il risultato che l’autostima come donne viene lesa.
Come femmine abbiamo ricevuto un condizionamento sul dover essere che ha un retaggio oltre che famigliare, collettivo, culturale, che non è certo stato leggero.
L’attività per lo più inconscia e automatica, del giudice interiore, non è soltanto mentale, coinvolge tutto il nostro sistema psico-fisico, in particolare il sistema nervoso, quando parliamo di autostima ne dobbiamo tenere conto.
Ci sono sintomi di contrazione, chiusura, irrigidimento nel corpo, sintomi emozionali di reattività, rabbia, pianto, sofferenza, vergogna, umiliazione, isolamento, conflitto, senso di colpa, paura di non farcela, impotenza, il sentirci troppo o inadeguate, che ci segnalano la presenza del giudice interiore e la svalutazione in atto.
Con l’attenzione e la presenza iniziando dal corpo e dal sentire, è possibile portare dall’inconscio alla consapevolezza l’attività del super ego o giudice interiore e uscire dal circolo vizioso che penalizza la nostra autostima come donne, come esseri umani.
Possiamo così riconoscere, momento dopo momento, quale delle figure di autorità interiorizzate si è attivata (mamma, papà, nonna, insegnante….) e ricorrere a tecniche specifiche, che insegno sia nel counseling che nei diversi percorsi che propongo, per uscire dal condizionamento e riconoscere il nostro valore.
Ritrovando l’autostima iniziamo a vivere invece che sopravvivere.
La mia stessa esperienza personale, nel processo di rafforzare la mia autostima come donna si è avvalsa di queste tecniche e ne verifico continuamente l’efficacia lavorando con le persone, vedendo i risultati che ottengono tra cui:
Sentirsi più sicure nei rapporti, nelle scelte, nella comunicazione.
Avere maggiore fiducia nelle proprie capacità.
Trovare nuove risorse e punti di forza.
Diventare la versione autentica di Sé.
Ora posso dire che trovare Chi sono è una scoperta continua che mi incuriosisce e mi apre.