Meditazione camminando nel bosco
Un’esperienza di attenzione e meditazione in movimento camminando.
Passeggiata solitaria nel bosco
Mattino presto.
I miei passi, uno dopo l’altro, sulle foglie appena cadute sopra molte altre, creano uno strato di nutrimento per la Terra.
Legni sparsi, rami caduti, muschio, funghi.
Procedo a zonzo, con una sensazione di spinta a continuare e con la gioia di trovare: colori, forme, profumi, la freschezza dell’aria.
Esco dal sentiero, lasciandomi trasportare da qualcosa che mi porta, che porta i miei passi, qualcosa che mi conduce in zone sconosciute, fino a trovarmi non so bene dove.
Oh mi sono persa!
Passi, scricchiolio di legno sotto i piedi, il mio respiro e il respiro del bosco, meraviglia! Mi sembra di respirare insieme al bosco.
Faggi alti, crescono vicini, corteccia grigia, maculata, sottobosco autunnale, il suono delle foglie che cadono, una leggera pioggerella scende dall’alto, dalle foglie ancora sui rami che rilasciano l’umidità della notte.
Un suono lontano, forse un cane, radici, qualche pietra, un’ora preziosa che non ha replay, un’attimo.
Una leggera nebbia rende il paesaggio sospeso.
Entrare in un boschetto di abeti, in questa vastità di faggi, è come varcare un portale.
Rami secchi, aguzzi come pungiglioni, alla base dei tronchi, un verde intenso in alto. Le foglie dei faggi arrivano fino a qui, coprono tutto il terreno, come in una sperduta chiesa messicana dove l’erba tagliata viene posta sul pavimento.
Sono in uno spazio ampio, il bosco mi da un senso di protezione, scorgo il cielo tra un ramo e l’altro, tra una foglia e l’altra.
Mi sono persa! Dov’è la via?
Vedo la mente calma, presente al presente. Profumo intenso di funghi, di foglie, di humus.
Il bosco è un habitat per molte creature e io sono una di loro.
Il piacere di perdermi e trovarmi mi rimanda al pensiero/sensazione che Casa è come un caravan che non è possibile lasciare, è qui, è con me, è me.
Un nido sospeso che non scorgo allo sguardo mi regala il suono di vite alate e cinguettanti, leggere.